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Il blog per le elezioni municipali e comunali del circolo SEL "Fabrizio Giovenale".

lunedì 16 agosto 2010

Ferragosto a Villa Pamphili

La crisi costringe un numero crescente di romani a passare il Ferragosto in città. E in molti, per non sentire troppo la mancanza di vacanze, se ne vanno al parco.
Un temporale ha rinfrescato l'aria e molti romani rimasti in città trovano un po' di refrigerio nel parco. Un ottimo ambiente per leggere il giornale.

Una pittrice al lavoro di fronte ad una statua antica.

Gli appassionati di Tai ching non mancano nemmeno a ferragosto.

giovedì 12 agosto 2010

Immigrazione: a Riace (RC), un modello di integrazione possibile

Un paese italiano accoglie i rifugiati a braccia aperte. Un villaggio globale nell’angolo più povero di una delle regioni più povere dell’Italia”. Questo il titolo di un recente reportage del settimanale tedesco Der Spiegel su Riace, cittadina del versante ionico calabrese. Il sindaco Domenico Lucano sottolinea con orgoglio: «Un luogo che una volta la gente lasciava è diventato ora un posto di accoglienza».
Un articolo di Patrizia Bonelli pubblicato sul quotidiano TERRA

venerdì 6 agosto 2010

Le cricche del PDL: meglio elezioni subito

Come in ogni regime, la politica italiana si fa a colpi di dossier, ricatti, intimidazioni. Obiettivo: distruggere Gianfranco Fini, che ha osato rompere dall'interno il fronte dell'obbedienza, obbligatoria dentro il Pdl. Va subito fermato, prima che altri seguano il suo esempio e la crepa si allarghi, fino a far crollare la diga.
Un deputato vicino a Fini, Carmelo Briguglio, membro del Copasir (il comitato parlamentare di controllo dei servizi segreti) dichiara che “ci sono stati colleghi parlamentari di area finiana che sono stati spiati e filmati da pezzi deviati dei servizi”, i quali “organizzano pedinamenti dei parlamentari non graditi, confezionano dossier”.


E così ci troviamo a tifare per Fini. È lui oggi la nostra sponda parlamentare. Uno degli scenari maggiormente plausibili è quello che vede il maggior partito di opposizione allearsi con l’attuale presidente della Camera. Chi ci avrebbe mai convinto, qualche anno fa, raccontandoci quel futuro?
Nove anni fa ci fu una cricca di massacratori. La Corte d’Appello di Genova ha reso pubbliche le motivazioni della sentenza con la quale ha condannato i vertici della polizia per l’irruzione nella scuola Diaz. Gianfranco Fini, all’epoca vicepresidente del consiglio, pare si trovasse nella sala operativa della Questura genovese. Presunto innocente. I magistrati hanno limiti di indagine per quanto riguarda le responsabilità politiche. Ci fideremmo di più di questo nostro nuovo e imprevisto alleato morale se impugnasse la bandiera della legalità pure sui fatti di Genova.
Presidente Fini, istituisca una Commissione parlamentare d’inchiesta che faccia chiarezza anche sul ruolo che lei ha avuto in quei giorni.

domenica 1 agosto 2010

2 agosto 1980 – 2 agosto 2010. Noi non dimentichiamo


La mia generazione ha una colpa insostenibile: quella di non aver insegnato ai giovani il ricordo.
Negli anni Ottanta dopo la terribile stagione dei ’70, abbiamo iniziato a smettere di raccontare la nostra storia e così, piano piano, abbiamo condannato i fatti all’oblio aprendo la strada a questa terribile cultura sociale degli immemori dove tutto si può confondere e i valori perdono senso per lasciare il passo a quell’effimero che diventa la coperta stesa su corruzione e infamia.

Noi oggi più che mai abbiamo il dovere di ricordare per continuare a scavare sulle tante verità ancora nascoste e non solo la “strage di Bologna”, che almeno ha avuto l’onore giudiziario di essere riconosciuta come strage fascista, a cui però mancano ancora i mandanti, ma tutte le stragi dimenticate e ofuscate dagli anni di piombo di cui è stata attribuita la colpa alle sole Brigate Rosse, colpevoli ma non da sole.

La strategia della tensione è stata inaugurata dalle stragi, stragi di cui si ha finalmente chiaro sentore che siano state pilotate da pezzi del potere politico ed economico, e il resto è stata terribile conseguenza che ha cancellato la memoria ad un intera generazione che ha poi avuto timore e vergogna a raccontarsi.

Eppure in quella storia c’erano tanti elementi che facevano presagire quello che sarebbe diventato il mondo di lì a pochi anni, ma era necessario eliminarli per dare vita a una globalizzazione malata le cui conseguenze abbiamo ora sotto gli occhi.

La Stazione di Bologna fu per noi, quelli degli anni ’60, un colpo al cuore, l’ultima minaccia terribile che ci diceva di tornare a casa, di cedere alle lusinghe delle droghe o di scegliere la carriera o di vivacchiare in coerenza con se stessi ai margini della società, morti, uccisi nelle loro speranze e strappati da una giovinezza che era stata piena di un futuro diverso da costruire e li abbiamo smesso di raccontare!
Oggi dobbiamo ricordare è arrivato il momento di rompere il racconto del potere per fare strada alla verità senza aver paura di scoprire i nostri stessi errori. E non ci meravigli che i potenti al Governo non partecipino alle commemorazioni della nostra storia, loro non vogliono altra storia che la loro quella della corruzione, dell’illiberalità e della sopraffazione e noi abbiamo un grande strumento per combattere tutto questo: l’onestà e la verità.
Ricordiamo le vittime di Bologna uniti ai parenti delle vittime e ad un intera città che ha sofferto per la sua diversità dal potere.

Loretta Scannavini