martedì 26 aprile 2011
Libia, lo storico Del Boca: torniamo a svolgere una funzione neocolonialista
Lo storico Angelo Del Boca è quasi incredulo davanti alle ultime notizie sulla disponibilità dell'Italia a bombardare Tripoli. Secondo Del Boca il dibattito parlamentare sulle decisioni del governo in Libia è necessario e «ci vorrebbe una discussione ampia per analizzare tutti gli aspetti. Sui raid l'opposizione dovrebbe dire un 'no' assoluto come ha fatto la Lega e almeno discuterne in sede parlamentare». Lo storico sottolinea anche che «il problema è che torniamo a svolgere una funzione neocolonialista che, da storico del colonialismo italiano, non mi sarei mai aspettato».
«Speravo che questa decisione non sarebbe stata presa: essendo la Libia una nostra ex colonia con la quale abbiamo sottoscritto trattati di pace e di amicizia potevamo uscire dal conflitto e defilarci ancor più della Germania. Sul piano interno infine, quella della Lega mi sembra una dichiarazione di guerra e dunque abbiamo un governo fragile per il quale non escludo una rottura totale».
Inoltre, secondo Del Boca, in Libia «stiamo arrivando a una situazione di stallo che potrebbe durare settimane se non mesi e dunque si continuerà una guerra infausta: un pantano da cui sembra difficile emergere». Del Boca poi evidenzia come l'Italia abbia deciso per i raid non su pressione francese ma su pressione americana: «pressione pesante da parte di un Paese che fa fare le guerre agli altri: una decisione grave per chi ha ricevuto un Nobel per la pace».
«Speravo che questa decisione non sarebbe stata presa: essendo la Libia una nostra ex colonia con la quale abbiamo sottoscritto trattati di pace e di amicizia potevamo uscire dal conflitto e defilarci ancor più della Germania. Sul piano interno infine, quella della Lega mi sembra una dichiarazione di guerra e dunque abbiamo un governo fragile per il quale non escludo una rottura totale».
Inoltre, secondo Del Boca, in Libia «stiamo arrivando a una situazione di stallo che potrebbe durare settimane se non mesi e dunque si continuerà una guerra infausta: un pantano da cui sembra difficile emergere». Del Boca poi evidenzia come l'Italia abbia deciso per i raid non su pressione francese ma su pressione americana: «pressione pesante da parte di un Paese che fa fare le guerre agli altri: una decisione grave per chi ha ricevuto un Nobel per la pace».
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