sabato 1 dicembre 2012
I processi barbari di Travaglio e del Fatto
Nichi Vendola non ci sta, non ha digerito l’ultima puntata di Servizio Pubblico, incentrata sull’Ilva di Taranto, a cui non era stato invitato. A mandarlo su tutte le furie è stato in modo particolare l’editoriale di Travaglio.
Il vicedirettore del Fatto Quotidiano ha riportato le parole dell’accusa e alcuni stralci d’intercettazioni,ma ha tralasciato le dichiarazioni dei diretti interessati, ossia il leader di Sel e Giorgio Assennato che, secondo il gip, sarebbe stato ostacolato proprio da Vendola (ma il direttore generale dell’Arpa Puglia, a cui il governatore pugliese ha rinnovato il contratto nel 2011, ha ribadito a più riprese il contrario).
«Trovo incredibile che si possano svolgere processi sommari con delle sentenze in contumacia, sull’onda di una rappresentazione rabberciata e sensazionalistica di talune intercettazioni telefoniche, molte delle quali riferiscono opinioni attribuite al sottoscritto», ha dichiarato Vendola. «Trovo tutto questo uno spettacolo di barbarie: quello cui abbiamo assistito è uno spettacolo di barbarie. Anche questa è una forma di inquinamento».
Commento di Pasquale Videtta
Ci voleva Nichi Vendola per dire da sinistra che quelli di Travaglio sono processi sommari e barbari (e fascisti, aggiungo io). Finalmente. Il problema di Travaglio è che confonde indagine con condanna. Il problema di Travaglio è che considera tutto ciò che sia "accusa" non discutibile. Il problema di Travaglio è che, nella sua logica, anche gli assolti sono condannati. A me dispiace, perché io sono cresciuto con i suoi libri e con i suoi editoriali ad Annozero: lo consideravo uno dei migliori cronisti giudiziari. Non è quindi una questione di merito, ma di metodo.
Travaglio si è limitato a riportare intercettazioni in cui non solo non è Vendola a parlare (i due intercettati attribuiscono pensieri a Vendola, che è diverso), ma si è "dimenticato" di dire che Giorgio Assennato (quello che Vendola, a detta dell'accusa, avrebbe voluto frantumare) ha smentito ogni pressione da parte del governatore pugliese. Allo stesso tempo, si è dimenticato di dire che le intercettazioni risalgono nel 2010 e che nel 2011 Vendola ha rinnovato il contratto sino al 2016: che modo strano per "frantumare" una persona e per "volerla far fuori".
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