Gunter Demnig, li ha installati per tutta Europa: più di 22.000 in Germania, Austria, Ungheria, Cecoslovacchia, Polonia, Paesi Bassi e Belgio. Ora, in occasione della «Giornata della memoria», l’artista tedesco che li ha «inventati» è arrivato anche a Roma.
Sono le «Stolpersteine», «le pietre d’inciampo», i sampietrini ricoperti d’ottone dove l'artista tedesco incide i dati anagrafici dei deportati del Terzo Reich, per poi inserirli davanti alle case dove hanno abitato, così da richiamare l’attenzione dei passanti distratti.
Chi è Piero Terracina
La sera del sette aprile 1944 Piero aveva 15 anni e stava celebrando la Pasqua nella propria abitazione assieme ai genitori, ai due fratelli, a una sorella e a uno zio. Suonarono alla porta. Erano tre militari tedeschi delle SS che con la minaccia delle armi imposero all’intera famiglia di seguirli. I Terracina, come altri mille ebrei del ghetto romano, furono deportati nel nord Europa dove li attendeva morte quasi sicura nelle camere a gas. L’unico della famiglia a salvarsi fu proprio Piero, il più giovane dei due fratelli.
«Noi sopravvissuti abbiamo il compito di non far dimenticare. Auschwitz è stato il paradigma di tutto il sistema concentrazionario nazista, un sistema scientifico. Auschwitz era una vera e propria istituzione. C'erano guardie, medici, funzionari amministrativi, burocrati. Tutto organizzato nei minimi dettagli per sterminare centinaia di migliaia di persone» (intervento di Piero Terracina)
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