Un voto per cambiare rotta

C’è un solo cambiamento politico possibile oggi alla portata di questo paese ed è affidato ad un segno di croce sulla scheda elettorale il 24 di febbraio prossimo; c’è un unico modo utile per realizzarlo ed è la vittoria dell’alleanza progressista PD-SEL con una maggioranza autosufficiente in tutti e due i rami del Parlamento. Questa condizione, già di per sé difficile, è indispensabile ma non sufficiente, da sola non basta a dare comunque il via ad un’inversione di rotta nelle politiche economiche, ambientali e sociali di questo paese.

C’è bisogno, nell’ambito di questa vittoria della coalizione, di una forte affermazione della lista di SEL che rappresenta una assicurazione contro la continuità delle politiche liberiste.

E’ certo che una maggioranza zoppa, che rende ingovernabile il paese, darebbe il via alle solite grandi manovre per maggioranze allargate sotto il segno della continuità politica, costruite al capezzale di un paese stremato in pieno declino sociale ed economico.

Anche in caso di una vittoria dell’alleanza di centro sinistra, ottenuta però con un risultato elettorale modesto di Sel, non garantirebbe al paese nessun cambiamento, perché riprenderebbero fiato e acquisirebbero più forza dentro il Pd, quelle forze e culture moderate, culturalmente e politicamente subalterne al liberismo di Monti e a quell’agglomerato impresentabile di forze centriste conservatrici, vecchi arnesi della politica e fenomeni insuperabili del galleggiamento politico.