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lunedì 16 luglio 2012

Primarie Roma: Zingaretti c'è, ma manca tutto il resto

di Susanna Marietti, dal blog linkontro.info
Nei prossimi giorni Nicola Zingaretti lancerà la propria candidatura alle primarie    per la
poltrona di primo cittadino di Roma.

   
Nove mesi ci dividono dalle elezioni. La confusione sotto i ponti è tanta. Troppa. Qual è il programma? Quali sono i partiti del centrosinistra? Non si capisce.
Coalizzarsi con l’Udc a Roma ha un significato chiaro. Vuol dire puntare tutto sul mattone, sulla cementificazione, sulla città espansa indeterminatamente, su Caltagirone e su Carlino. Di “coalizione nuova, civica, fatta di persone, associazioni, partiti che ci stanno per rigenerare Roma. Per creare lavoro in una città verde, digitale, creativa e solidale”, ha parlato Zingaretti giorni fa. Ma l’Udc non è davvero un alleato di sinistra capace di dare a Roma una prospettiva di grande e bella città europea. Roma ha bisogno di una gestione ecologica, ha bisogno di una riqualificazione degli spazi, di una liberazione dalle macchine e dal degrado urbanistico. Negli ultimi anni, a Roma, siamo tutti un po’ più infelici. C’è bisogno di invertire questa tendenza.
Al momento non è dato comprendere se alle primarie parteciperanno tutti i partiti della sinistra e se ciascuno avrà un proprio candidato. Né, d’altronde, si sa in quale data tali primarie si terranno. Tutto è nebuloso. Terribilmente nebuloso. Ingiustificatamente nebuloso. Tutto sembra pensato come appositamente funzionale alla causa del Movimento 5 Stelle, il quale ben si muove nell’altrui palude.
Sarà difficile spiegare agli elettori di sinistra, preoccupati e critici, che il candidato da sostenere alle primarie è un candidato del Partito Democratico sostenuto anche dagli uomini di Casini. Certo, ci si potrebbe pure turare il naso per l’ennesima volta. Ma per fare che cosa? Almeno a questa domanda minimale c’è da pretendere una risposta chiara.
Non serve al bene della capitale d’Italia avere un governo che abbia dentro i costruttori. Sarebbe piuttosto necessaria una rivoluzione copernicana nelle modalità di selezione della classe dirigente e nei contenuti delle scelte. Un programma e un candidato di sinistra alle primarie aiuterebbero l’intera coalizione a non farsi risucchiare nella melma centrista e a scongiurare la resurrezione di Gianni Alemanno.

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