martedì 5 marzo 2013
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A due anni dall'inizio della protesta popolare contro il regime di Assad, il paese è sul punto di diventare una seconda Somalia. L'Esercito libero siriano (Els) dei ribelli è un miscuglio di formazioni armate che agiscono come meglio credono, ed in cui i Fratelli musulmani ed Al Qaeda dettano legge.
Assad da parte sua lancia contro i ribelli l'aviazione militare, devastante per i civili. Nelle ultime 48 ore i Mig hanno bombardato ripetutamente un quartiere di Homs.
Castel di Guido from selmunicipio16@gmail.com on Vimeo.
Lista Bonino- Pannella 2.828 4,86
Lista Civica x Bonino 1.042 1,79
Rifondazione - PdCI 1.620 2,78
Sinistra E. Libertà 2.749 4,72
Partito Democratico 17.383 29,86
Di Pietro - IdV 6.479 11,13
Partito Socialista 417 0,72
Giovedì 12 novembre alle ore 18.30 a Roma
presso la Libreria Bibli, Via dei Fienaroli 28,
si terrà la presentazione del libro di Giuliano Garavini
Dopo gli Imperi
L'integrazione europea nello scontro Nord-Sud
Coordinerà Paolo Franchi «Corriere della Sera»
Partecipano
Gian Paolo Calchi-Novati
Professore di Storia dei Paesi Afro-Asiatici, Università di Pavia
Federico Romero
Professore di Storia dell'America del Nord, Università di Firenze
Giuseppe Vacca, Presidente della Fondazione Istituto Gramsci
Sarà presente l'autore
APPROVATA
Nel pieno di una crisi economica che si acutizza sempre di più, con dati allarmanti riguardo disoccupazione e recessione, grazie all'impegno duraturo della Sinistra, il consiglio regionale del Lazio ha approvato la legge per "l'Istituzione del reddito minimo garantito". Una battaglia iniziata nel 2005 e proseguita con ostinazione da tutte quelle forze politiche e di movimento che pensano che l'istituzione di un reddito di cittadinanza sia la migliore soluzione per l'uscita dalla condizione di precarietà e ricattabilità permanente.
L'approvazione della legge assume un significato ancora più importante se si considera il contesto politico italiano oltre modo aggravato dalle politiche del governo nazionale. Un governo impegnato nell'attacco più duro degli ultimi anni ai diritti individuali e collettivi delle persone che vivono e attraversano i territori del nostro paese.
Il voto favorevole della maggioranza del consiglio regionale del Lazio, unito ai fondi europei stanziati dalla Provincia di Roma per la formazione lavoro, oltre a dare segnali visibili e concreti dell'utilità della Sinistra nelle istituzioni locali e di prossimità, rilancia complessivamente la battaglia politica per il reddito di cittadinanza universale e per la reinvenzione di un welfare attento alla mutata e composita realtà sociale.
Nel nostro sfortunato paese un'aggressione razzista finisce a fondo pagina o è minimizzata come un episodio qualunque, magari una baruffa tra ragazzi (è il caso di Genova). Succede da quando il governo di destra ha lanciato la campagna sulla sicurezza a tutti costi.
Mettiamola così: tutti i divieti nostrani, locali e nazionali, su cui la stampa di mezzo mondo sta ironizzando, hanno come bersaglio diretto e indiretto gli stranieri: vietato girare con i borsoni (Venezia), vendere sulle spiagge (mezza Italia), fermarsi a chiacchierare con le ragazze per strada, se sono - o sembrano - prostitute (Roma), sedersi in più di due sulle panchine (Novara), lavare i vetri agli incroci (Firenze), chiedere l'elemosina distesi (Firenze) o sui gradini delle chiese (Assisi), bere in pubblico dopo una certa ora (Genova)... Se non sono stranieri, saranno poveracci con la carta d'identità italiana, nomadi, ambulanti, mendicanti, gente che si comporta come stranieri.
Dietro l'ondata di divieti non c'è solo il normale sadismo istituzionale: c'è l'ossessione aggiuntiva dei sindaci di destra, a cui si sono aggiunti molti di centrosinistra, per il decoro, la disciplina in pubblico e in privato, le apparenze a tutti i costi. Ed ecco come questo paese, in cui i treni vengono soppressi per motivi arcani (quando non si spezzano in due), le università affondano, i salari sono bassi, l'economia cigola, e milioni non sanno come arrivare alla fine del mese, sta anche diventando tetro, militarizzato, oscenamente perbenista. Vieta che ti passa, vien voglia di dire. O per dir meglio, odia che ti passa. Alla fine, il circolo si chiude. Più si diventa tetri, frustrati e socialmente insicuri, più è facile prendersela con gli stranieri.
Il razzismo italiano tira in balle scemenze sulla razza nelle sue frange estreme, nazistoidi. Talvolta, se la prende con le religioni e straparla di etnie (
Ed ecco perché, se gli atti razzisti li commettono i ragazzotti di destra, gran parte degli altri finiscono per assentire, direttamente o no. Mentre tutta Europa ci guarda con sospetto, da noi il razzismo è innominabile perché è diventato cultura prevalente: magari non maggioritaria statisticamente, ma l'unica che ha diritto di parola. Se è solo
Alessandro Del Lago
20/08/2008
Propagano la paura dei diversi, dei miserabili, dei senza nulla.
Mentre loro sono gli uguali: sempre più ricchi, più arroganti, più potenti e prepotenti.
In campagna elettorale hanno promesso sicurezza, ma ora tagliano i fondi alla Polizia, ai Carabinieri, alla Finanza.
In campagna elettorale hanno promesso di abbassare le tasse e invece ora dicono che non si può più fare. In campagna elettorale hanno promesso più salute per tutti e ora tagliano i fondi per la sanità pubblica: chi non ha soldi, può anche rassegnarsi a soffrire o a morire.
In campagna elettorale hanno promesso più cultura per tutti e ora tagliano i fondi per l'università, la ricerca e la scuola pubblica: chi non ha soldi si rassegni a restare ignorante e miserabile.
Stanno criminalizzando i lavoratori statali, regionali, comunali, così da rifiutargli le firme sui contratti di lavoro e calargli lo stipendio, già misero e colpito dall'inflazione.
Hanno tolto l'Ici, mettendo in crisi tutti i comuni d'Italia, costringendoli a tagliare sui servizi sociali: i più deboli, i più poveri, i più infelici saranno i primi a soffrirne.
Adesso vogliono tagliare le pensioni sociali a tutti coloro che hanno più di 65 anni e con meno di 10 anni di contributi: vecchie casalinghe, vecchi lavoratori, con una vita di lavoro precario o in nero, immigrati rientrati in Italia per la vecchiaia, percepiscono ogni mese ben 395 euro: dall'anno prossimo potrebbero passare i pomeriggi a frugare nei cestini o raccogliere gli scarti dei mercati rionali.
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