giovedì 21 marzo 2013
Boldrini e Grasso si dimezzano lo stipendio
Pietro Grasso prenderà 9.300 euro netti,invece di 18.600 euro netti mensili, il 50%. Alcune voci, ritenute «irrinunciabili» dagli uffici parlamentari, non sono state abolite, ma altre voci sono state cancellate: via la diaria di soggiorno, 3.500 euro, via il rimborso forfettario delle spese generali, 1650 euro e le spese per l’esercizio di mandato, 4.180. Tutte cifre nette. Grasso rinuncia anche all’appartamento a Palazzo Giustiniani e a tre autisti. E ha dimezzato anche il budget per lo staff, da 1 milione e 500mila euro a 750mila annui. A Palazzo Madama il presidente Grasso eliminerà i rimborsi spese a forfait: saranno possibili solo quelli con ricevute giustificabili come spese istituzionali.
LE CIFRE PARLANO CHIARO
Anche Laura Boldrini in totale un importo netto mensile di 12.500 euro, cinquemila in meno (il 30%) dei precedenti 17.760 per l’indennità parlamentare (indicata per legge) e per la diaria di soggiorno (voce «irrinunciabile»). Il taglio sarà già del 50% sul rimborso spese per l’esercizio del mandato parlamentare: 1.845 euro rispetto a 3.690; altro taglio della metà all’indennità alla carica di presidente: 1.900 anziché 3.800.
Non solo, azzerate le spese di viaggio, niente rimborso delle spese telefoniche e rinuncia dell’alloggio di servizio a Montecitorio. Per lo staff e i collaboratori la cifra è scesa a 1 milione di euro lordi, da 1 milione 400mila euro. Già asciugata la «mazzetta» dei giornali: sul tavolo della neo presidente ogni mattina solo quattro quotidiani tutti stranieri, il resto è on line. Pranzo nel self service di Montecitorio anziché al ristorante.
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