
MOBILITAZIONE a sostegno dello sciopero generale del 28 gennaio
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Le percentuali del referendum dimostrano quanto da giorni era già chiaro davanti ai cancelli di Mirafiori: il voto non si esprimeva in un quadro di libertà vera. Un ricatto che ha voluto rimettere in discussione diritti indisponibili dei lavoratori.
Per i no è tutt’altro che una sconfitta. La Fiom passa dal 22 per cento dei consensi al 46. E pensare che da una parte persiste un blocco filo-padronale imperioso: Confindustria, Berlusconi, Terzo polo, molti esponenti di primo piano del Pd, Cisl e Uil, magari con spiegazioni e sfumature diverse, si erano tutti schierati per il sì.
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