sabato 12 novembre 2011
Chi fa cadere Berlusconi
Bce, Fondo monetario internazionale, Wall Street vogliono farci pagare tutti i costi della crisi. I 39 punti dell’U.E. colpiscono i diritti, le condizioni sociali, la democrazia dei lavoratori italiani.
Sarebbe incomprensibile che caduto il Governo Berlusconi, che tanti danni ha fatto al nostro paese, la soluzione politica finisse con mettere in difficoltà le basi per un'alternativa di centrosinistra. L'unico modo per evitarlo è una proposta politica comune sulle scelte da fare, poche e chiare. (G. P.)
di Giorgio Cremaschi
Non illudiamoci, non è stata l’opposizione, non è stato il movimento di lotta, non è stato neppure il referendum e la protesta di milioni di persone a far cadere Berlusconi. Sono l’Unione Europea delle banche e della finanza, il capitalismo internazionale che hanno sfiduciato il Presidente del Consiglio. Il capitalismo internazionale non sopporta più Berlusconi, lo considera inefficiente, inefficace, controproducente e lo vuole mandare a casa. Ma non certo per fare un favore a noi. Noi non abbiamo mai sopportato Berlusconi, da un tempo infinito abbiamo sperato di mandarlo a casa, anche quando tutte e tutti coloro che oggi lo abbandonano lo riverivano come il massimo della novità e dell’efficienza.
Noi però oggi corriamo il rischio di pagare tutta la bolletta, tutto il conto che Berlusconi ci lascia. I 39 punti contenuti nella nuova lettera dell’Unione Europea al governo italiano sono altrettanti diktat che colpiscono al cuore i nostri diritti, le nostre condizioni sociali, la nostra democrazia. Per questo dobbiamo già combattere i nuovi padroni, la Bce, il Fondo monetario internazionale, Wall Street. Essi vogliono farci pagare tutti i costi della loro crisi. Prepariamoci a lottare più di prima contro la dittatura della finanza e delle banche in Italia e in Europa.
Si preparano giorni difficili per il nostro paese commissariato. La riconquista dei diritti e della libertà richiede sia il rovesciamento di Berlusconi, sia il rifiuto dei 39 punti dell’Unione Europea e di tutti i vincoli che, così come in Grecia, distruggono anche la Costituzione e la civiltà nel nostro paese.
Sarebbe incomprensibile che caduto il Governo Berlusconi, che tanti danni ha fatto al nostro paese, la soluzione politica finisse con mettere in difficoltà le basi per un'alternativa di centrosinistra. L'unico modo per evitarlo è una proposta politica comune sulle scelte da fare, poche e chiare. (G. P.)
di Giorgio Cremaschi
Non illudiamoci, non è stata l’opposizione, non è stato il movimento di lotta, non è stato neppure il referendum e la protesta di milioni di persone a far cadere Berlusconi. Sono l’Unione Europea delle banche e della finanza, il capitalismo internazionale che hanno sfiduciato il Presidente del Consiglio. Il capitalismo internazionale non sopporta più Berlusconi, lo considera inefficiente, inefficace, controproducente e lo vuole mandare a casa. Ma non certo per fare un favore a noi. Noi non abbiamo mai sopportato Berlusconi, da un tempo infinito abbiamo sperato di mandarlo a casa, anche quando tutte e tutti coloro che oggi lo abbandonano lo riverivano come il massimo della novità e dell’efficienza.
Noi però oggi corriamo il rischio di pagare tutta la bolletta, tutto il conto che Berlusconi ci lascia. I 39 punti contenuti nella nuova lettera dell’Unione Europea al governo italiano sono altrettanti diktat che colpiscono al cuore i nostri diritti, le nostre condizioni sociali, la nostra democrazia. Per questo dobbiamo già combattere i nuovi padroni, la Bce, il Fondo monetario internazionale, Wall Street. Essi vogliono farci pagare tutti i costi della loro crisi. Prepariamoci a lottare più di prima contro la dittatura della finanza e delle banche in Italia e in Europa.
Si preparano giorni difficili per il nostro paese commissariato. La riconquista dei diritti e della libertà richiede sia il rovesciamento di Berlusconi, sia il rifiuto dei 39 punti dell’Unione Europea e di tutti i vincoli che, così come in Grecia, distruggono anche la Costituzione e la civiltà nel nostro paese.
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