domenica 6 novembre 2011
Crisi finanziaria: via il governo Berlusconi
La speculazione finanziaria ha portato ad una crisi economica che incide pesantemente sul tessuto produttivo, con gravi perdite dei posti di lavoro, contrazione dei redditi e rischio di bancarotta per gli stessi stati.
L'economia italiana ha prodotto risultati deludenti nell'ultimo decennio. Eppure i fattori di crescita sono migliorati: sono aumentati gli investimenti in capitale umano e quelli in ricerca e sviluppo, e si è intervenuti sul mercato del lavoro. A peggiorare notevolmente sono stati gli indicatori della gestione del paese: efficacia del governo, rispetto della legge e lotta alla corruzione. Questa la zavorra che impedisce all'Italia di crescere e liberarsene non sarà facile.
L'ingresso nell’euro ha permesso all'Italia di abbattere il costo del debito, con un miglioramento del bilancio e una riduzione del rapporto debito/Pil, benché lo sforzo di aggiustamento si sia affievolito.
A partire dal 2008, con il quarto governo Berlusconi, il rapporto inverte la marcia e ritorna ai livelli di partenza, mentre l'avanzo primario crolla, bruciando quindici anni di progressi. Non stupisce perciò che i tassi siano aumentati.
L'attuale governo ha perso ogni credibilità internazionale: la speranza per l’Italia è che Berlusconi abbia le ore contate e si dimetta.
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