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Il blog per le elezioni municipali e comunali del circolo SEL "Fabrizio Giovenale".

Perchè il nostro circolo è intitolato a Fabrizio Giovenale

Chi era Fabrizio Giovenale
Scomparso il 22 dicembre 2006, é stato uno degli studiosi e scrittori che hanno dato molto alla comprensione dei problemi dell’ambiente e del territorio. Architetto, urbanista, Giovenale fu coinvolto, fra l’altro, nella grande avventura della ricostruzione di Gibellina, in Sicilia, dopo la distruzione per il terremoto del 1968.
Per molti anni vicepresidente di Italia Nostra, era instancabile nel girare città e paesi per conferenze che hanno gettato le basi di una educazione ambientale popolare, delle “Università verdi” alle quali Giovenale contribuì anche con alcuni libri che sono attualissimi ancora adesso: “Come leggere la città” (1977); “Il tempo delle vacche magre” (1981), e con innumerevoli articoli e saggi.
Con gli anni ottanta del Novecento arrivò l’ondata della contestazione energetica, la lotta contro le centrali nucleari, la protesta contro gli inquinamenti industriali: Fabrizio fu una delle “firme” prestigiose della rivista “Nuova Ecologia”, la rivista di Legambiente.
Giovenale fu tra i primi a cogliere il contenuto “politico” di alcune realtà ambientali, prima fra tutte la consapevolezza dei “limiti” fisici della Terra: non è possibile continuare a crescere come popolazione terrestre, come consumi di merci e di energia, come sfruttamento delle risorse naturali del pianeta, senza andare incontro a quelle catastrofi che oggi in tanti cominciano a riconoscere: mutamenti del clima, violenza urbana, inquinamento delle acque e del mare, erosione delle coste, siccità e alluvioni. Giovenale non ha mai perso il suo ottimismo in un futuro ambientale migliore, di cui ha indicato le vie possibili nel suo ultimo libro “La risalita” (2006); quello che ha detto e scritto in quasi mezzo secolo è destinato a restare e probabilmente darà i frutti in futuro, per merito di quei ragazzi che lo accoglievano e lo ascoltavano sempre a bocca aperta. (da un articolo di Giorgio Nebbia)