"Mi autosospendo, questa vicenda è frutto di una mia debolezza della vita privata". Con queste parole Piero Marrazzo lascia la presidenza della Regione Lazio; quattro carabinieri sono stati arrestati con l'accusa di averlo ricattato pretendendo 80mila euro, perché in possesso di un filmato sulla sua vita privata. A pochi mesi dalle elezioni regionali questa vicenda ricorda altre brutte stagioni di polpette avvelenate della nostra storia recente: un brutto clima appesta la politica, le istituzioni e l’informazione.
Il presidente ha dichiarato: «E' stato sventato un tentativo di estorsione basato su una bufala. Sono amareggiato e sconcertato per come, a pochi mesi dalle elezioni, si tenti di infangare l’uomo Marrazzo per colpire il presidente Marrazzo».
Nei quattro anni alla guida della Regione Lazio,in una Regione in cui il 45% della sanità è nelle mani dei privati, il governatore del Lazio ha avuto la vita complicata anche dall’enorme deficit ereditato dalla giunta Storace.
Già nell’aprile del 2005, alla vigilia delle regionali del Lazio, ci fu un tentativo di coinvolgere Piero Marrazzo in uno scandalo. Allora finì in carcere una banda che voleva screditare i candidati che si opponevano a Storace; il mandante era Niccolò Accame, rappresentante della Lista Storace.
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