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Il blog per le elezioni municipali e comunali del circolo SEL "Fabrizio Giovenale".

domenica 23 ottobre 2011

Casarini: chi violenta i cortei favorisce il sistema di potere

Quello che ho visto a Roma è stato ripugnante. Una minoranza organizzata militarmente ha violentato, messo in pericolo, umiliato una straordinaria moltitudine che chiede il cambiamento e con lei uno spazio pubblico di nuova democrazia che ha preso vita in tutto il pianeta. Con quale risultato? Un’immediata richiesta di repressione generalizzata del dissenso. Un gran bel lavoro sporco a esclusivo vantaggio di un potere corrotto e delegittimato. I “neri” di sabato sono i migliori alleati del Sistema che sostengono di voler abbattere. Perché sono funzionali e reciproci di quel Sistema. E ne traggo delle conseguenze. Dico che è venuto il momento delle scelte.

Ognuno dovrà decidere con chi stare. Quale è la sua gente. Per me il Movimento non è un méta-luogo, ma uno spazio democratico. Io, per dirne una, venerdì sarò di nuovo a Roma con la Fiom per difendere il diritto a manifestare. Diritto alla rabbia? È un’operazione da falsari. La rabbia è una malattia. La rabbia è anche nei neo-nazisti, nei razzisti, in chi attua i progrom dei Rom in Bulgaria, nei martiri di “Al Qaeda”. Noi, al contrario, dobbiamo impedire che la rabbia annulli il progetto di cambiamento di una nuova società. A maggior ragione se la rabbia viene declinata cinicamente in gesto narcisista e autosufficiente. Roba da D’Annunzio più che da Che Guevara. Meglio, da “Mortal Combat”, il videogame. Insomma, basta con le ambiguità.

Non esiste nessun progetto di cambiamento politico positivo costruito sul rancore. Sappiamo cosa ne è stato e ne è delle comunità rancorose. Dove c’è guerra non c’è spazio che per il conflitto. Quello spazio c’è solo dove esiste democrazia. È venuto il momento che il Movimento recuperi il senso di realtà. Significa rinunciare a certa sociologia d’accatto, a certo radicalismo chic dei salotti di sinistra che non hanno perso il vizio di fare gli apprendisti stregoni con le vite degli altri. Significa chiudere per sempre con la maledizione degli anni ‘70, che sono finiti. Fi-ni-ti. E anche male.

Molti nel mondo ci hanno insegnato che reagire a una ingiustizia, a un sopruso, non è violenza. Bruciare e picchiare per il gusto di farlo è un atto di idiozia inaccettabile. La valle di Susa? Accostare il Movimento No-Tav ai fatti di Roma serve solo a criminalizzare una esperienza straordinaria di lotta di massa che decide le sue pratiche. Così deve essere. Così doveva essere anche il 15 ottobre. Ognuno deve poter scegliere come costruire il proprio modo di lottare.
(da “Repubblica” il 20 ottobre; Luca Casarini leader dei Disobbedienti al G8 di Genova).

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