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Il blog per le elezioni municipali e comunali del circolo SEL "Fabrizio Giovenale".

giovedì 19 aprile 2012

Monteverde Vecchio, abbattuta la chiesetta per far spazio all’ecomostro


ecomostro fleming

La chiesetta era nel giardino dell’ex scuola privata ‘Fleming’, che una società immobiliare vorrebbe abbattere e sostituire con un grande palazzo di sette piani. I vincoli della Soprintendenza e la mobilitazione dei cittadini hanno fatto respingere la richiesta, ma i lavori di demolizione erano partiti lo stesso. Solidarietà bipartisan al comitato anti-ecomostro che presenta un esposto in Procura  di A. TESTA.

E’ stata una Quaresima amara per i cittadini di via Innocenzo X, a Monteverde Vecchio, che hanno visto improvvisamente aprirsi sotto i loro occhi il cantiere per la demolizione dell’ex scuola ‘Fleming’ e la sua sostituzione con un grande palazzo di sette piani a ferro di cavallo, per oltre 90 appartamenti di pregio complessivi. Iniziati il 23 marzo, i lavori sono andati avanti con molta lena per una settimana, finché il Municipio XVI ed il XVI gruppo della polizia di Roma Capitale non hanno provveduto a sospenderli per mancanza delle autorizzazioni necessarie.Nel frattempo però erano stati abbattuti una vecchia chiesetta, un edificio a torre adiacente al corpo di fabbrica principale e molti alberi, tanto che il giardino, prima molto verde, ora è quasi spoglio.
ABBATTIMENTI A TEMPO DI RECORD – “Si è trattato di un vero e proprio blitz – racconta a Paese SeraFrancesca Thiery, portavoce del comitato di cittadini che si oppongono all’opera – dovuto probabilmente al fatto che il progetto è già stato respinto in autunno dalla Soprintendenza e dall’assessore comunale all’Urbanistica Marco Corsini perché Monteverde Vecchio è classificato ‘città storica’, e dunque i suoi edifici sono tutelati. Per lo stesso motivo sembra che nelle scorse settimane sia stata respinta anche la sola richiesta di demolizione, almeno riguardo all’edificio principale, tanto che poi alla fine i lavori sono stati fermati, ma quando erano già stati fatti molti danni irreversibili, di cui abbiamo informato anche la Procura della Repubblica”.
CONTROLLI INSUFFICIENTI – “Su questo progetto fino ad ora c’è stata come minimo molta superficialità da parte di chi dovrebbe controllare – prosegue l’esponente del comitato – Questi signori non hanno i permessi necessari a demolire e tanto meno a costruire un complesso di queste dimensioni; espongono cartelli obbligatori per legge scritti col pennarello e cambiano dicitura a lavori iniziati; hanno addirittura fornito un numero di Dichiarazione inizio lavori (D.I.A.) che poi è risultato inesistente, senza contare la sospetta vendita a terzi di un intero filare di bellissimi cipressi, scomparsi in una notte. Tutto era cominciato quasi un anno fa in maniera altrettanto insolita, con un sito web che pubblicizzava l’intervento e raccoglieva prenotazioni di acquisto decisamente frettolose: ben presto è stato oscurato, ma ora nel giardino è comparso il classico prefabbricato che fa da ‘ufficio vendite’, non si capisce bene di cosa”.
 Alessandro Testa dal sito www.paesesera.it

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