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Il blog per le elezioni municipali e comunali del circolo SEL "Fabrizio Giovenale".

mercoledì 23 giugno 2010

Rifiuti: centrodestra in confusione

Bruxelles chiede chiarimenti al Governo italiano
Gli impianti di pre-trattamento di Malagrotta (gruppo COLARI), che dovrebbero essere parte essenziale del “piano di adeguamento” della discarica, “pre-trattano” assai poco, come del resto quelli dell’ AMA. Il comitato Malagrotta ha sempre sostenuto che il “piano di adeguamento” di Malagrotta è un bluff totale. La semplice realtà è questa: la discarica della capitale continua a violare, come ha fatto da sempre, un articolo fondamentale della legge sulle discariche (Dlgs n. 36 del 2003), e cioè l’ art. 7, primo comma,ovvero:
“I RIFIUTI POSSONO ESSERE COLLOCATI IN DISCARICA SOLO DOPO TRATTAMENTO”.
A Malagrotta invece impera il sottosviluppo, anche se ammantato di tecnologia, cioè i rifiuti restano tal quali o indifferenziati, come nelle discariche del Terzo mondo. Si spende di meno e si guadagna di più.(Sergio Apollonio)
L'opinione di Alemanno
"Il gassificatore di Malagrotta e quello in costruzione di Albano non sono sufficienti a creare un'alternativa a Malagrotta. La discarica che doveva essere chiusa da anni è stata prorogata di anno in anno, e credo sia necessaria un'ulteriore proroga al 2011. E' sopportabile, c'é ancora margine, ma siamo ai limiti massimi ed è necessario che si definisca un impianto alternativo".
Comunicato di Filiberto Zaratti di SEL: Pur di giustificare l’ennesima proroga della discarica Malagrotta, Alemanno, davanti la commissione parlamentare d’inchiesta sui rifiuti, ha detto che i due gassificatori (Malagrotta e Albano) non sono sufficienti a creare un’alternativa alla discarica. Oggi sembra smentirlo l’assessore regionale Di Paolo quando asserisce che il sistema regionale garantisce l’autosufficienza del ciclo dei rifiuti .
Poi scopriamo che a settembre, dopo aver rifatto i calcoli sulla raccolta differenziata, ci propineranno un nuovo piano regionale con l’obiettivo del 35% di raccolta differenziata entro il 2011. Una percentuale in contrasto con la normativa nazionale che il decreto Ronchi fissava a marzo del 2003. La verità è che Malagrotta non chiude perché il ciclo industriale dei rifiuti controllato dall’Ama è alla paralisi.
Ancora oggi le linee di termovalorizzazione del Lazio continuano a bruciare Cdr proveniente in massima parte da altre regioni. Gli impianti di Rocca Cencia e via Salaria producono poco e male, mente quello di compostaggio a Maccarese è in saturazione e la raccolta differenziata a Roma è al palo. In questo scenario c’è il serio rischio che qualcuno stia lavorando per riportare il Lazio in emergenza. E abbiamo imparato che con l’emergenza si fanno affari d’oro.

Comunicato di Sergio Apollonio, del comitato Malagrotta
Contestiamo in radice la fondatezza di queste affermazioni. Gli inceneritori-gassificatori sono grandi fonti di inquinamento. E d’altra parte Il loro costo, i tempi lunghissimi per la loro costruzione e messa in esercizio, l’ impatto ambientale PESANTISSIMO dal punto di vista medico-sanitario, hanno fatto sì che la gestione moderna dei rifiuti abbia scelto vie radicalmente diverse e anche molto meno costose : essenzialmente la raccolta differenziata spinta - porta a porta - il compostaggio e il riciclo totale.

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