Sanità: cosa ci aspettiamo dalla prossima giunta regionale.

Martedì 5 febbraio, dalle ore 17, presso la libreria 360° Sud di via Antonio Toscani 11, riunione sulla sanità promossa dal Gruppo Operatori Sanità del San Camillo (Gossc). Relazione di Bruno Notargiacomo, interventi di Luigi Nieri, Massimiliano Rizzuto, Chiara Bussone, Pietro Vittorio Mazzotti ed altri.

Settecentottanta milioni di disavanzo nel 2012. Livelli essenziali di assistenza definiti dallo stesso Ministero della Salute “critici”. Liste di attesa in aumento e conseguente fuga di massa verso la sanità privata. Le scelte fallimentari compiute negli ultimi sei anni hanno comportato più tasse, meno servizi e meno posti di lavoro. Per coprire il suo enorme disavanzo (dovuto per oltre il 70% dalla sanità) la Regione ha infatti aumentato l’Irpef dallo 0,9% del 2007 all’1,73% e c’è il rischio di un ulteriore aumento dello 0,3%.

Il taglio di oltre 3mila posti letto per acuti non ha portato a un corrispondente aumento dei posti per la lungodegenza e le residenze sanitarie assistenziali. Queste ultime, destinate ad accogliere anziani non autosufficienti, necessitano attualmente di oltre 7mila posti letto, di cui 5 mila solo a Roma. L’assistenza domiciliare agli anziani nel Lazio è ferma al 4,63%, mentre in altre Regioni (come l’Emilia Romagna) sfiora il 12%. Le percentuali di posti letto per anziani sono tra le più basse d’Italia (4 posti ogni mille anziani residenti). E i tempi per ottenere un appuntamento per una banale mammografia possono toccare i 7 mesi (contro i 60 giorni previsti).

Basta con i commissari, va ripristinato  l’assessorato alla Salute e vanno ridotte le tasse e i ticket imposti ai cittadini con il piano di rientro, ridotto il numero delle Asl e gli sprechi, creando una struttura unica per gli acquisti, potenziare l’assistenza territoriale h24, che garantisca le cure primarie e si faccia carico della cronicità e della non autosufficienza.