lunedì 12 maggio 2008
Monteverde, Modello Roma
Giovanna Ricoveri, economista, direttrice della rivista "Economia e politica" tra gli autori del libro "Modello Roma", sostiene che nonostante i molti meriti di cui la città si vanta, il modello Roma nasconde molte crepe e problemi irrisolti e irrisolvibili. Avanza l’ipotesi che il modello sia subalterno al potere dell’economia, omologato al modello consumistico e portatore di una modernità ambigua che abbandona al proprio destino quelli che non ce la fanno a tenere il passo della competizione internazionale.
Tra i grandi problemi a sostegno della critica di cui il libro si fa portatore, si possono elencare il consumo di suolo, infrastrutture, traffico, energia e risorse ambientali; la cementificazione del territorio e il potere decisionale sulle sorti della città, lasciato in mano alla proprietà immobiliare; la mancanza di un patrimonio abitativo pubblico per i ceti meno abbienti e la crescita dei valori immobiliari e dei fitti, non arginata dalle politiche pubbliche; l’aumento dei grandi centri commerciali e quello del turismo (nel centro storico i turisti superano i residenti). Il rischio è che, senza un progetto alternativo e radicale di città sostenibile sul piano ecologico e sociale, i cittadini siano destinati a diventare dei “clienti” e che la modernità porti alla rottura della convivenza sociale.
Tra i grandi problemi a sostegno della critica di cui il libro si fa portatore, si possono elencare il consumo di suolo, infrastrutture, traffico, energia e risorse ambientali; la cementificazione del territorio e il potere decisionale sulle sorti della città, lasciato in mano alla proprietà immobiliare; la mancanza di un patrimonio abitativo pubblico per i ceti meno abbienti e la crescita dei valori immobiliari e dei fitti, non arginata dalle politiche pubbliche; l’aumento dei grandi centri commerciali e quello del turismo (nel centro storico i turisti superano i residenti). Il rischio è che, senza un progetto alternativo e radicale di città sostenibile sul piano ecologico e sociale, i cittadini siano destinati a diventare dei “clienti” e che la modernità porti alla rottura della convivenza sociale.
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