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Il blog per le elezioni municipali e comunali del circolo SEL "Fabrizio Giovenale".

lunedì 26 marzo 2012

La lotta di classe esiste e vincono i cattivi


La lotta di classe dopo la lotta di classe
La caratteristica saliente della lotta di classe nella nostra epoca è questa: la classe di quelli che sono da considerare i vincitori sta conducendo una tenace lotta di classe contro la classe dei perdenti.
Questa classe dominante globale esiste in tutti i paesi del mondo, sia pure con differenti proporzioni e peso. Essa ha tra i suoi principali interessi quello di limitare o contrastare lo sviluppo di classi sociali – quali la classe operaia e le classi medie..
Intervista al sociologo Luciano Gallino
Nella trattativa governo- sindacati sulla riforma del mercato del lavoro, l’ostinazione a voler cancellare l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori ha un sapore fortemente ideologico.

Direi che in buona parte la determinazione del governo su questo terreno è proprio un obiettivo “di classe”. A noi ora può sembrare che questa sia la scoperta dell’ultima ora, magari dettata dall’esterno, dall’Europa, ma in realtà sono più di 30 anni che si insiste sul fatto che una maggiore flessibilità accresce le prospettive di lavoro, offre stimolo allo sviluppo e alla crescita e altre cose del genere. Eppure non c’è uno straccio di prova che dimostra questa tesi. Ciononostante è l’ideologia vincente, dominante, che l’ha fatto diventare un credo comune. Che si vada a chiedere ai diciottenni nelle scuole o agli anziani, la stragrande maggioranza è convinta che questa sia la società nella quale dobbiamo per forza vivere e nella quale se si licenzia più facilmente è più facile trovare lavoro.

Quali possibilità ci sono di rovesciare questo immaginario collettivo?
L’austerità sta creando grosse tensioni sociali. Quello che sta accadendo in Grecia è semplicemente spaventoso; se si legge il memorandum di accordo imposto alla Grecia c’è da rabbrividire tanto è ossessivo il dettato per liberalizzare, privatizzare tutto, diminuire gli stipendi, i salari, tagliare pensioni, solidarietà, cultura, istruzione… e questo, applicato con particolare forza alla Grecia, è in realtà il paradigma a cui si ispirano tutti i governi europei.

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